Este conto é aquele que eu disse que sairia no site italiano Domist num Progetto Letterario Internazionale.
Se quiser ler em português está aqui Quero agradecer a tradução de Eliude Santana que o fez gentilmente. Obrigada Eliude
Lei prende il primo bus che sosta in quella fermata, il vento le taglia le labbra. Da giorni non guarda la strada, non vuole.
Il bus è affollato ma le piace l’odore della gente, da tanto non vede nessuno. Ce n’erano dei posti vuoti in fondo, ma sceglie quello dove si trova l’uomo meno strano e si siede, la gamba sfiora quella dell’uomo, non lo guarda nemmeno in faccia, non importa.
La gamba vestita di seta le dà la sensazione di una seconda pelle, scivola, sente piacere nel toccare leggermente la gamba di quello strano, fingendo di sfiorarlo per caso.
Chiude gli occhi, ispira l’aria mescolata di odori.
Finale di giornata, ogni odore una storia, con gli occhi ancora chiusi, indovina che l’uomo al suo fianco ha moglie e figli che l’aspettano.
Fa sempre così, prende un autobus qualsiasi, sceglie le giornate più grigie, quelli in cui intuisce che non sopporterà stare da sola. Così vicina a quell’uomo si sente riscaldata, lui non si ritira anzi, fa pressione nella coscia, coscia aperta contro coscia. Finge di non sentire la mano che sale per la sua gamba, lascia che l’uomo la tocchi, rabbrividisce, non riesce muoversi, bisognerebbe dire di no, apre gli occhi, lui si avvicina e la bacia con violenza, morde, schiaccia, lei non sente piacere, né paura, si sente soltanto viva.
trad. Eliude Santana
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